martedì 3 aprile 2007

POESIE (D'AMORE E DI DOLORE) di Daniele Cavalera

ANIMA DANNATA


La mia natura?
Selvaggia e Ria…
colora spine
odor sangue e Follia…

Acido Cuore
riarso
e in marci luoghi di zolfo
in cenere disperso…

La mia è natura
Selvaggia e Ria….
irta di spine
acuminata via…

Oh, disperata vita,
fin quanto
m’imbriglierai nell’ordito
tuo nefasto manto?



Daniele Cavalera (tutti i diriti riservati - vietata la riproduzione) Prato 20 dicembre 2006 (ore 1.45)



L'ARIA PRIMA DELLA PIOGGIA...
ispirata da pensieri, parole e sguardi di Luisella di Rosignano Solvay

Quest'aria crepuscolare,
prima della pioggia,
è greve
come i pensieri
che mi rigonfiano
gli sguardi...

E si frantumano
oscurità,
penetrate
da lame improvvise
di luce aguzza...
come da squarci
d’improbabili realtà.

In che mondo
far coincidere
indefiniti
e tetri contorni
con cose chiare
e certe,
o con coerenti pensieri?

Ma questa riflessione,
lenta
e impicciata,
è ansia!
che prende
giù giù
alla gola
la mia luuunga
inquieta
basita
attesa.

Poi, finalmente,
dagli occhi
cielo
scroscia
la rovescia...

Daniele Cavalera (tutti i diritti riservati - vietata la riproduzione)
Lido di Camaiore, 3 marzo 2007 (ore 18.45)



SOPRAVVIVERTI DENTRO
dedicato a Silvia di Prato


Dimenticare
è sopravvivere
dentro...

...Mitigare
il dolore
del tuo ricordo...

...Lenire
il languore
degli sconforti...

...Cancellare
i cipigli
del cuore...

Dimenticare
l’Amore
per sopravviverti dentro...

Daniele Cavalera (tutti i diritti riservati - vietata la riproduzione)
Masotti, 31 maggio 2006



STORIA AL TRAMONTO

Occhi impolverati
d’accanimento
nell’ombra oscura
del tramonto…

Ma perché?
Perché provare odio?
Per scoprire
l’emozione d’esistere?

E dov’è la Vittoria,
se il boccone
sa di Sconfitta?

Daniele Cavalera (tutti i diritti riservati - vietata la riproduzione)
Lido di Camaiore, 9 dicembre 2006
(al tramonto)



ANGELO NERO

L’angelo nero
non cerca il grido,
lo soccorre!

La fama
non lo sfiora,
lo evita.

Ha fame
e non s’impedisce
di darti.

La veste impesticciata
non trasanda,
nobilita.

La nudità
non è pornografia
ai suoi occhi.

L’angelo nero
non rifugge il demonio,
lo saluta.

Lingua strappata
che non sanguina mai
giudizi.

E’ anima
ribelle
all’Ingiustizia.

Con lo scudo
di teschio
irrora fiori di campo.

Un femore con la mancina
brandisce
per scacciar sciacalli.

Oggi mani insanguinate
hanno ucciso
o salvato...

... e tu osi giudicare
i colori dell’angelo nero
senza sapere?


Daniele Cavalera (tutti i diritti riservati - vietata la riproduzione)
Lido di Camaiore, 13 aprile 2007


1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti! il tuo sito è molto interessante...

LA PAZZIA

LA PAZZIA
è la normalità...

Ti regalerò una rosa

di Simone Cristicchi Ti regalerò una rosa Una rosa rossa per dipingere ogni cosa Una rosa per ogni tua lacrima da consolare E una rosa per poterti amare Ti regalerò una rosa Una rosa bianca come fossi la mia sposa Una rosa bianca che ti serva per dimenticare Ogni piccolo dolore Mi chiamo Antonio e sono matto Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino Credevo di parlare col demonio Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio Ti scrivo questa lettera perché non so parlare Perdona la calligrafia da prima elementare E mi stupisco se provo ancora un’emozione Ma la colpa è della mano che non smette di tremare Io sono come un pianoforte con un tasto rotto L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi E giorno e notte si assomigliano Nella poca luce che trafigge i vetri opachi Me la faccio ancora sotto perché ho paura Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura Puzza di piscio e segatura Questa è malattia mentale e non esiste cura Ti regalerò una rosa Una rosa rossa per dipingere ogni cosa Una rosa per ogni tua lacrima da consolare E una rosa per poterti amare Ti regalerò una rosa Una rosa bianca come fossi la mia sposa Una rosa bianca che ti serva per dimenticare Ogni piccolo dolore I matti sono punti di domanda senza frase Migliaia di astronavi che non tornano alla base Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole Mi fabbrico la neve col polistirolo La mia patologia è che son rimasto solo Ora prendete un telescopio… misurate le distanze E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso? Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare Eri come un angelo legato ad un termosifone Nonostante tutto io ti aspetto ancora E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora Ti regalerò una rosa Una rosa rossa per dipingere ogni cosa Una rosa per ogni tua lacrima da consolare E una rosa per poterti amare Ti regalerò una rosa Una rosa bianca come fossi la mia sposa Una rosa bianca che ti serva per dimenticare Ogni piccolo dolore Mi chiamo Antonio e sto sul tetto Cara Margherita son vent’anni che ti aspetto I matti siamo noi quando nessuno ci capisce Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce Ti lascio questa lettera, adesso devo andare Perdona la calligrafia da prima elementare E ti stupisci che io provi ancora un’emozione? Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare