sabato 24 marzo 2007

IN MERITO ALLE CRITICHE...

Ultimamente, oltre ad aver ricevuto complimenti estremamente lusinghieri, sono stato oggetto di critiche costruttive (e non) da parte di alcuni miei cybervisitatori...
In poche parole, mi è stato contestato il fatto che mi schiero troppo spesso a favore dei diritti degli uomini (o comunque sembrerebbe sia duro in particolar modo con le donne), e che il mio modo di fare informazione (troppo giornalistico, a detta di qualcuno) si riduce a dare esclusivamente notizie, senza creare dialogo o punti di convergenza, col rischio di creare pregiudizio.

Capisco i motivi che hanno spinto queste persone a esprimere in questo senso il loro parere (che come tale è solo un punto di vista), opinione che rispetto, ma voglio anche spiegare le mie ragioni per gettare un fascio di luce sulle tenebre di alcune piccole incomprensioni comunicative che sembrerebbero sorte...

Io sono quello che mangio, quello che faccio, quello che penso, quello che dico, quello che scrivo, quello che mi piace essere...
Ho quindi deciso di pubblicare un blog per farmi conoscere meglio, e farmi apprezzare (o disprezzare) per quello che realmente sono, non per quello che le menti di alcuni proiettano di me, o su me...
Usando un linguaggio metaforico, noi siamo degli "oggetti" di varie forme e misure, di diversi colori... con diverse sfaccettature (levigate, rugose, appiccicose, porose...). Ora, se qualcuno inciampa su di noi, può ritenerci "oggetti" (o meglio, soggetti) pericolosi...; chi invece ci impiega per difendersi scagliandoci contro qualcuno, ci vedra come uno "strumento" utile...
Chi ha problemi di vista? Non ci potrà certamente apprezzare nel pieno del nostro splendore!
La persona alla quale dà noia il "ruvido", troverà sempre, e solo, e comunque da ridire su questa peculiarità (che altro non è che una delle nostre sfaccettature) e si coalizzerà per forza di cose, assieme ad altri soggetti suoi simili, contro di noi.
Ci saranno visionari che ci dipingeranno come cristi e madonne..., ma anche isterici e asociali che ci vedranno come degli "oggetti" mostruosi...

Insomma, alla fine io, tutti noi, siamo anche come ci percepiscono gli altri. Però, consentitemelo, sta a noi dare l'occhiale al miope e far conoscere la parte levigata a chi ha un'intolleranza (o fobia) per le superfici ruvide...

Sono un uomo e, come tale, tendo a parlare meglio delle problematiche maschili... quello che racconto sono principalmente sensazioni, colori, sapori, che provo e gusto personalmente, o esperienze vissute e/o raccontatemi da chi mi sta intorno.
Il contatto con gli altri , infatti, mi aiuta a mettermi in discussione, e ad affrontare alcune tematiche piuttosto che altre... eccetera.
Per giunta, a me non piace trattare gli argomenti modaioli, quelli che vanno per la maggiore, tanto per intenderci... e comunque cerco di dar voce a chi ne ha meno!
E poi, su, riflettiamo: oggi è molto facile parlare della violenza subita dalle donne... fin troppo facile! Premetto che io sono contro tali abusi, e che in passato mi sono battuto strenuamente a difesa delle donne... quindi in tal senso ho abbondantemente dato (anche se non mi stancherò di ripetere che non si fa mai abbastanza in merito). Ma qui voglio denunciare che, se prima non se ne parlava per niente, ora si sta esagerando nel senso opposto! Si è arrivati al punto di tutelare solo alcuni diritti (anche per "cavalcare l'onda") o di dare suono solo ad alcune campane (forse per un inspiegabile senso di colpa generalizzato insito nella Società odierna, probabilmente scatenato dai millenari abusi fatti ai danni delle donne), a discapito di altre campane...
Ebbene, anche questo è intollerabile altrettanto quanto la violenza subita dalle donne!
E' un atto abominevole quello che compie un padre quando violenta la figlia! E' altrettanto un atto abominevole quello di una madre che imprigiona in soffitta il figlio ritardato per 30 anni...
Un uomo non deve ammazzare la figlia perché si è trovata un fidanzatino italiano, e una donna non può centrifugare la propria creatura in lavatrice perché le dà noia il suono del suo pianto!
E' abominevole picchiare una donna... è altrettanto abominevole scagliare ogetti, o vibrare lame di coltello nei confronti di un uomo.
E poi chi mi spiega perché una donna, quando commette un qualsiasi crimine... tutti la difendono e la commiserano ("poverina, non l'ha fatta a posta...", oppure "ha fatto bene...", o ancora "chissà cosa le stavano facendo"), mentre basta solo che la stessa non tolleri la presenza di un "oggetto" maschile per darle diritto d'agire in preda a crisi isteriche e/o nevrotiche con l'alibi che tanto è una donna... o di attuare comporamenti mobbizzanti.

Perché questa sorta d'impunità tutta femminile? Perché?

Ma quello che mi fa inorridire sul serio, è vedere come certi uomini usino un altro organo al posto della testa, quando si bevono la storiella del "mi molesta"... frase fatta, usata e abusata soprattutto dalle donne violente come beffa nei confronti dei malcapitati già sufficientemente danneggiati...
L'uomo dovrebbe mettere in moto il cervello, non il "pisello", prima d'intervenire a difesa di queste arpie...

E poi, c'è qualcuno che mi sa spiegare perché si può parlare a senso unico solo di certi argomenti senza incappare nel malcontento generale?

Mi fermo qui...
Ma prima voglio aggiungere solo questo: il mio blog è nato da poco, quindi ci sarà tempo e spazio per affrontare argomenti su argomenti, e dipanarli in tutte le salse... e, inoltre, un po' di spazio lo lascio a tutte le voci... raccontatemi le vostre storie, e se avete ragione, vi difenderò a spada tratta!


dannycavalera@tin.it

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LA PAZZIA

LA PAZZIA
è la normalità...

Ti regalerò una rosa

di Simone Cristicchi Ti regalerò una rosa Una rosa rossa per dipingere ogni cosa Una rosa per ogni tua lacrima da consolare E una rosa per poterti amare Ti regalerò una rosa Una rosa bianca come fossi la mia sposa Una rosa bianca che ti serva per dimenticare Ogni piccolo dolore Mi chiamo Antonio e sono matto Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino Credevo di parlare col demonio Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio Ti scrivo questa lettera perché non so parlare Perdona la calligrafia da prima elementare E mi stupisco se provo ancora un’emozione Ma la colpa è della mano che non smette di tremare Io sono come un pianoforte con un tasto rotto L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi E giorno e notte si assomigliano Nella poca luce che trafigge i vetri opachi Me la faccio ancora sotto perché ho paura Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura Puzza di piscio e segatura Questa è malattia mentale e non esiste cura Ti regalerò una rosa Una rosa rossa per dipingere ogni cosa Una rosa per ogni tua lacrima da consolare E una rosa per poterti amare Ti regalerò una rosa Una rosa bianca come fossi la mia sposa Una rosa bianca che ti serva per dimenticare Ogni piccolo dolore I matti sono punti di domanda senza frase Migliaia di astronavi che non tornano alla base Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole Mi fabbrico la neve col polistirolo La mia patologia è che son rimasto solo Ora prendete un telescopio… misurate le distanze E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso? Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare Eri come un angelo legato ad un termosifone Nonostante tutto io ti aspetto ancora E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora Ti regalerò una rosa Una rosa rossa per dipingere ogni cosa Una rosa per ogni tua lacrima da consolare E una rosa per poterti amare Ti regalerò una rosa Una rosa bianca come fossi la mia sposa Una rosa bianca che ti serva per dimenticare Ogni piccolo dolore Mi chiamo Antonio e sto sul tetto Cara Margherita son vent’anni che ti aspetto I matti siamo noi quando nessuno ci capisce Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce Ti lascio questa lettera, adesso devo andare Perdona la calligrafia da prima elementare E ti stupisci che io provi ancora un’emozione? Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare